Caro Marco,
oggi c'è un sole bellissimo che farebbe sorridere chiunque. Ho tempo di studiare un po' con calma e tranquillità e la cosa mi piace molto. A Milano che tempo fa? Tra un po' sarà il tuo compleanno. E tra crisi esistenziali, esami, aborti di tesi magistrali e amicizie ricompattate e ansiose di camminare ancora come prima, siamo giunti a metà marzo. Non ho più tue notizie da tre mesi, ma è la prassi, me l'aspettavo. Piuttosto ho un foglio di carta bianca e sto ancora procrastinando la stesura della tua lettera. Ci ho pensato tanto tanto, e devo dirti che forse c'è un altro ad occupare i miei pensieri, se non il cuore. Ti somiglia in maniera indecente! Quando ho incrociato il suo sguardo per la prima volta sono rimasta incollata ai suoi occhi per cinque secondi, e poi gli ho stretto la mano. Ha la tua stessa calma, il tuo stesso modo di guidare la macchina, la tua stessa barba e gli occhi dello stesso marrone profondo profondo. Fa tante domande, si piange spesso addosso, parla di matematica come fosse filosofia, e non si accorge, come non te ne accorgevi tu, di essere bellissimo. Bello in maniera esagerata e profonda anche con una camicia terribile e un taglio di capelli sbagliato, bello e rincuorante e timido come questo sole quasi primaverile. Bello più di qualsiasi altra cosa nella mia vita turbolenta e piena ogni giorno di inutili e martellanti domande. Ma come te, è tanto lontano. Non geograficamente. Sento il suo cuore troppo nascosto, o disinteressato, o altrove, o impossibile da raggiungere se non con un volo pindarico rischioso e prematuro. Come fai a mantenere sempre quella solita calma, in tutti i momenti? Pure quando eri rappresentante d'istituto e la preside ti urlò in faccia che eri un incompetente? Pure quando ti dissero, ad un concerto del tuo gruppo, che non sapevi suonare? Io non ce la faccio. Vorrei tutto e subito, e possibilmente che fosse tutto più bello di ogni immaginazione. Per ora me lo godo mentre riflette tutto assorto tra sé e sé pensando che nessuno lo guardi, e non si accorge della lavatrice di colorati misti che ho nello stomaco quando lo vedo. Che bello sentirla ancora che centrifuga, ogni tanto. Dà una certa speranza anche per tutto il resto, no?
Ti abbraccio. E forse non ti scriverò mai.
martedì 18 marzo 2014
martedì 11 marzo 2014
Chi cerca trova?!
Mia madre mi ha sempre detto che chi cerca trova.
Così io ho sempre cercato curiosa qualsiasi cosa. Viaggi, progetti, concorsi, musica, lavoro.
Oggi mi sono resa conto che è proprio vero quello che scrivevo nel post precedente. Non finirò mai di arrabbiarmi. Perché per quanto tu possa cercare sempre con passione, per quanto tu possa essere mosso dall'amore in ogni tuo gesto, per quanto tu possa svegliarti cercando di disegnarti in testa una bella giornata piena di raggi di sole, ci sarà qualcosa che non andrà.
Partirai bene. Ti sveglierai mangiando il tuo dolce preferito per colazione e con un quarto d'ora di anticipo, cosa che ti permetterà di fare un giro veloce ma corroborante sui quotidiani online. Le notizie saranno pessime, ma farai finta di niente. Ti vestirai secondo l'ispirazione dell'ultima moda, che vuole ballerine di cartone borgogna, abbinate a stupidi jeans che si abbasseranno scomodamente ad ogni passo, abbinati a magliette sgargianti e aderenti che saranno prontamente ricoperte da cardigan pelosi per cause di vergogna e dignità. Poi toccherà allo studio e al lavoro, scoprirai che le tue duecentosettanta mail mandate per gli stage non sono state minimamente calcolate, che il "Le faremo sapere" si è ormai trasformato in un "Arrivederci e grazie". Farai del tuo meglio in ogni singola cosa, ma sentirai la forza di un macigno che ti ostacola in ogni mossa, e scoprirai che mentre tu ti ammazzi per amore della suddetta ricerca appassionata, ci saranno tue colleghe che vanno al bar a prendere un caffé e incontrano direttori di banche e direttori delle peggio istituzioni, pronti a farsi in quattro per aiutare una bella signorina, e altri colleghi che manderanno un (un!) curriculum e verranno presi. E non parliamo di raccomandazioni. Né di maschilismo. Perché evidentemente non ci sono. E' tutta una fottuta questione di FOR-TU-NA.
Bref. Chi cerca non è detto che trovi, anzi chi non cerca in genere ha più culo.
Così io ho sempre cercato curiosa qualsiasi cosa. Viaggi, progetti, concorsi, musica, lavoro.
Oggi mi sono resa conto che è proprio vero quello che scrivevo nel post precedente. Non finirò mai di arrabbiarmi. Perché per quanto tu possa cercare sempre con passione, per quanto tu possa essere mosso dall'amore in ogni tuo gesto, per quanto tu possa svegliarti cercando di disegnarti in testa una bella giornata piena di raggi di sole, ci sarà qualcosa che non andrà.
Partirai bene. Ti sveglierai mangiando il tuo dolce preferito per colazione e con un quarto d'ora di anticipo, cosa che ti permetterà di fare un giro veloce ma corroborante sui quotidiani online. Le notizie saranno pessime, ma farai finta di niente. Ti vestirai secondo l'ispirazione dell'ultima moda, che vuole ballerine di cartone borgogna, abbinate a stupidi jeans che si abbasseranno scomodamente ad ogni passo, abbinati a magliette sgargianti e aderenti che saranno prontamente ricoperte da cardigan pelosi per cause di vergogna e dignità. Poi toccherà allo studio e al lavoro, scoprirai che le tue duecentosettanta mail mandate per gli stage non sono state minimamente calcolate, che il "Le faremo sapere" si è ormai trasformato in un "Arrivederci e grazie". Farai del tuo meglio in ogni singola cosa, ma sentirai la forza di un macigno che ti ostacola in ogni mossa, e scoprirai che mentre tu ti ammazzi per amore della suddetta ricerca appassionata, ci saranno tue colleghe che vanno al bar a prendere un caffé e incontrano direttori di banche e direttori delle peggio istituzioni, pronti a farsi in quattro per aiutare una bella signorina, e altri colleghi che manderanno un (un!) curriculum e verranno presi. E non parliamo di raccomandazioni. Né di maschilismo. Perché evidentemente non ci sono. E' tutta una fottuta questione di FOR-TU-NA.
Bref. Chi cerca non è detto che trovi, anzi chi non cerca in genere ha più culo.
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