Perdonami, blog, se ti ho abbandonato.
Tante sere, distrutta dalla routine quotidiana, ho sentito la necessità di raccontarti cose che mi rendevano pesante. Ma la stanchezza mi ha sempre sopraffatto, e quindi niente, mi sono tenuta tutto per me.
In questi giorni Roma alterna giornate caldissime a piogge repentine e fastidiose. E' bellissima e disorganizzata e caotica come sempre, ma forse mi ci sto quasi affezionando. Penso sempre meno a trasferirmi all'estero. Con tanta fatica mi sono costruita una mezza stabilità fatta di volti, luoghi ed eventi amici. Mi sono adattata a quello che mi sembrava inadattabile, anche se sento comunque un sottile senso di inadeguatezza che in ogni caso si sta mischiando con tutto il resto ed è sempre meno percepibile. Penso ancora a come sarebbe la mia vita da qualche altra parte, ma non so come, mi sembra troppo tardi per ricominciare, o più semplicemente, attualmente non ne vedo il motivo. Mi vedevo già in Australia, in Francia o in Inghilterra, a fare l'ennesimo cervello in fuga con la nostalgia di lasagne, e invece in tutto il caos, la crisi e il nervosismo che talvolta mi provoca questo posto, posso dire di avere un mio posticino qui. Nella Città Eterna. A volte sento che i miei amici che si trasferiscono a Londra, Parigi o Bruxelles, e ovviamente li invidio perché due anni fa anch'io sono partita, per scoprire un'altra Europa che qui a Roma stentavo a riconoscere. Ma è come se non ne soffrissi più. Come se mi avessero anestetizzato e non facessi troppo caso alle cose brutte e rimanessi invece ogni giorno affascinata dalle tante, tante, tante cose belle che ci sono.
Chissà che succederà tra un anno.
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